di Arianna Egle Ventre
Ho comprato il detersivo, quello
costoso, ma comunque non va via. Ho comprato anche la spugna adatta, ma quella
maledetta pentola non si vuole scrostare. Nell'acqua nera galleggiano pezzetti
di bruciato, per quanto continui a grattare, nulla da fare. La radio mi fa da
sottofondo. E' da giorni che dicono sempre le stesse cose, ma non so perché ora
i pezzetti di riso bruciato mi ricordano proprio questi immigrati di cui parla
tanto la radio. Di questa nave..
Mio marito dice che non devo
ascoltare informazioni alla radio, buona soltanto a farli apparire come poveri
martiri. Dice che gli sta bene, stanno a non venire qua.
Domani devo comprare il pane,
quello di ieri è secco.
Oggi sono andata dal fornaio e
c'era uno come loro, nero, che mi guardava con occhi proprio da povero martire;
mi ha chiesto dei soldi, ma io non gliel'ho dati. Domani, forse.
Devo tornare a comprare il pane.
Prima però devo spazzare e preparare il pranzo a mio marito che sennò si
offende e dice che si va a cercare una donna più bella. Beh, si, scherza, però
io intanto questa pasta gliela cucino. La radio racconta ancora di loro ed è
strano perché ci sto pensando tanto in questi giorni. C'era della polvere sotto
le sedie e ho pensato - proprio come quei migranti là, è lì da giorni e non me
ne ero accorta.
Devo andare a prendere il pane.
Ieri gli ho lasciato un euro al ragazzo del forno, ma non l'ho detto a mio
marito, si sarebbe arrabbiato. Mi ha ringraziato, aveva proprio un bel sorriso.
Oggi ci ho parlato, si chiama
Angel, non so bene come si pronunci. Mi ha sorriso di nuovo, ma ho paura che
qualcuno mi veda mentre gli parlo e pensi qualcosa di strano. Continuo a
bruciare un sacco di cose in cucina, non mi era mai successo, deve essere per
colpa di quella stupida radio che mi distrae. L'altro giorno la ascoltavo e mi
sembrava un film di quelli drammatici, tanta era la voglia che avevo di
piangere. Hanno raccontato la storia di un ragazzo di ventidue anni ed ero proprio
triste. Ho pensato ad Angel. Ho provato a raccontarlo a mio marito a cena, ma
si è arrabbiato tantissimo e mi ha tirato uno schiaffo dicendomi che di
politica io non me ne devo fregare, non mi riguarda. E' finito il pane.
Angel mi ha chiesto come sto.
Non gli avevo dato soldi.
Mio marito non me lo chiede mai.
Stanotte ho sognato la pentola
da pulire e anche quei poveracci lì, di cui parla la radio. Affogavano in mezzo
al detersivo,ma io continuavo a pulire mentre mio marito rideva.
Non ho ben capito, forse oggi li
hanno fatti sbarcare. E' che io di queste cose non ci capisco nulla. Non so
perché li tenessero lì in mare, però so perché non li vogliono, mio marito me
lo spiega di continuo. Non so, non so davvero, continuo a sognarli e mi sento
sempre un po' triste. Perché in fondo, non capisco, se vengono qua un motivo
forse ce l'hanno. Mi ricordo che io quando avevo ventidue anni avevo paura
all'idea di buttarmi sola nel grande mondo, volevo trovare in fretta un marito,
perché vivere da sola...no che non ci volevo vivere da sola. Quindi, non lo so
eh, non me ne intendo, ma forse, poverini, devono soffrire proprio tanto. Uh,
il pane.
Oggi Angel era un po' giù, mi ha
sorriso, come al solito, ma l'ho visto che era triste. Ho deciso di preparargli
una torta. Torno a casa.
Mio marito è appena tornato a
casa. Hai cucinato una torta. No, perché lo dici. Sei sporca di farina e quelle
teglie, dov'è, ho fame, la voglio assaggiare. Scusami, l'ho regalata. A chi.
Alla vicina. Non ti credo. Perché no. Vedo quando menti, sei una fifona.
Chiediglielo. Vado.
Ma la vicina non sa stare al
gioco, cazzo. E torna, rosso di rabbia, mi urla, ha le orecchie tappate, mi dice
che ho un amante, ma gli dico che no, che dici, era per Angel il ragazzo
africano che sta sempre davanti al forno. Perché cazzo non so mentire. Te la
fai con i negri e, no, no! gli dico, ma non sente più nulla e mi tira uno
schiaffo e ho paura e svengo e sogno, sogno Angel nel mare insieme a tanti
altri. Tutti che mi urlano, ma le voci non sono voci umane, sono come la voce
della radio, proprio quella e io sono seduta su una grande pagnotta di pane
galleggiante e non posso fare nulla, mio marito mi tiene ferma e io non mi
oppongo e Angel mi guarda e mi chiede: come stai?