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venerdì 6 dicembre 2019

PANE


di Arianna Egle Ventre

Ho comprato il detersivo, quello costoso, ma comunque non va via. Ho comprato anche la spugna adatta, ma quella maledetta pentola non si vuole scrostare. Nell'acqua nera galleggiano pezzetti di bruciato, per quanto continui a grattare, nulla da fare. La radio mi fa da sottofondo. E' da giorni che dicono sempre le stesse cose, ma non so perché ora i pezzetti di riso bruciato mi ricordano proprio questi immigrati di cui parla tanto la radio. Di questa nave..
Mio marito dice che non devo ascoltare informazioni alla radio, buona soltanto a farli apparire come poveri martiri. Dice che gli sta bene, stanno a non venire qua.
Domani devo comprare il pane, quello di ieri è secco.

Oggi sono andata dal fornaio e c'era uno come loro, nero, che mi guardava con occhi proprio da povero martire; mi ha chiesto dei soldi, ma io non gliel'ho dati. Domani, forse.

Devo tornare a comprare il pane. Prima però devo spazzare e preparare il pranzo a mio marito che sennò si offende e dice che si va a cercare una donna più bella. Beh, si, scherza, però io intanto questa pasta gliela cucino. La radio racconta ancora di loro ed è strano perché ci sto pensando tanto in questi giorni. C'era della polvere sotto le sedie e ho pensato - proprio come quei migranti là, è lì da giorni e non me ne ero accorta.

Devo andare a prendere il pane. Ieri gli ho lasciato un euro al ragazzo del forno, ma non l'ho detto a mio marito, si sarebbe arrabbiato. Mi ha ringraziato, aveva proprio un bel sorriso.

Oggi ci ho parlato, si chiama Angel, non so bene come si pronunci. Mi ha sorriso di nuovo, ma ho paura che qualcuno mi veda mentre gli parlo e pensi qualcosa di strano. Continuo a bruciare un sacco di cose in cucina, non mi era mai successo, deve essere per colpa di quella stupida radio che mi distrae. L'altro giorno la ascoltavo e mi sembrava un film di quelli drammatici, tanta era la voglia che avevo di piangere. Hanno raccontato la storia di un ragazzo di ventidue anni ed ero proprio triste. Ho pensato ad Angel. Ho provato a raccontarlo a mio marito a cena, ma si è arrabbiato tantissimo e mi ha tirato uno schiaffo dicendomi che di politica io non me ne devo fregare, non mi riguarda. E' finito il pane.

Angel mi ha chiesto come sto. Non gli avevo dato soldi.
Mio marito non me lo chiede mai.

Stanotte ho sognato la pentola da pulire e anche quei poveracci lì, di cui parla la radio. Affogavano in mezzo al detersivo,ma io continuavo a pulire mentre mio marito rideva.

Non ho ben capito, forse oggi li hanno fatti sbarcare. E' che io di queste cose non ci capisco nulla. Non so perché li tenessero lì in mare, però so perché non li vogliono, mio marito me lo spiega di continuo. Non so, non so davvero, continuo a sognarli e mi sento sempre un po' triste. Perché in fondo, non capisco, se vengono qua un motivo forse ce l'hanno. Mi ricordo che io quando avevo ventidue anni avevo paura all'idea di buttarmi sola nel grande mondo, volevo trovare in fretta un marito, perché vivere da sola...no che non ci volevo vivere da sola. Quindi, non lo so eh, non me ne intendo, ma forse, poverini, devono soffrire proprio tanto. Uh, il pane.

Oggi Angel era un po' giù, mi ha sorriso, come al solito, ma l'ho visto che era triste. Ho deciso di preparargli una torta. Torno a casa.

Mio marito è appena tornato a casa. Hai cucinato una torta. No, perché lo dici. Sei sporca di farina e quelle teglie, dov'è, ho fame, la voglio assaggiare. Scusami, l'ho regalata. A chi. Alla vicina. Non ti credo. Perché no. Vedo quando menti, sei una fifona. Chiediglielo. Vado.

Ma la vicina non sa stare al gioco, cazzo. E torna, rosso di rabbia, mi urla, ha le orecchie tappate, mi dice che ho un amante, ma gli dico che no, che dici, era per Angel il ragazzo africano che sta sempre davanti al forno. Perché cazzo non so mentire. Te la fai con i negri e, no, no! gli dico, ma non sente più nulla e mi tira uno schiaffo e ho paura e svengo e sogno, sogno Angel nel mare insieme a tanti altri. Tutti che mi urlano, ma le voci non sono voci umane, sono come la voce della radio, proprio quella e io sono seduta su una grande pagnotta di pane galleggiante e non posso fare nulla, mio marito mi tiene ferma e io non mi oppongo e Angel mi guarda e mi chiede: come stai?